PRODUZIONI

CHI E' FUORI E' FUORI (Studio)

Progetto vincitore del Bando Place 2017

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Produzione Peso Specifico

Drammaturgia e regia: Santo Marino
Con: Marco Frezza e Santo Marino
Foto: Paolo Pigozzi
Video: Fabio Sau

Spettacolo presentato sotto forma di studio.
Debutto programmato: stagione 2017/18

Note di regia:

Un paradosso: essere fuori, a volte, significa stare dentro.
E' la condzione del recluso, del matto, del migrante, del deportato, di coloro che sono esclusi.

Solo che spesso nella vita, come in teatro, ci si scambiano i ruoli e può capitare che la vittima diventi carnefice: si cambia scena e le dinamiche si invertono. In teatro, come nei sogni, i confini si assottigliano sino a diventare sfumati...

L'Ultras e la Guardia sono entrambi alla ricerca della libertà e, sebbene i loro percorsi siano apparentemente molto distanti, hanno in comune molto più di quanto possa sembrare.
Chi è il signor Kallal Iban? Cosa è successo il giorno dell'ultima di campionato? Il tempo esiste veramente? Attraverso lo svolgersi di una vicenda in cui le domande emergono di continuo e la verità è sempre in bilico, due esseri umani rivendicano il proprio posto nel mondo.

Il lavoro prende le mosse da esperienze personali dei due attori dalle quali sono nate considerazioni più generali sulla società e sull'essere umano. Viviamo, infatti, un'epoca in cui le dinamiche sociali sono fortemente caratterizzate dal senso di appartenenza ad un'idea di identità. Ciascun individuo ad esempio, davanti al proprio piccolo schermo, tende ad inserirsi all'interno di false comunità virtuali che vanno a comporre, ormai tanto quanto quelle reali, la propria storia, la propria cultura, la propria collocazione nel mondo. Questo meccanismo va spesso a degenerare nell'autoreferenzialità e dunque nel non riconoscimento della diversità. La stessa dinamica si ripete, su larga scala, nel contesto delle grandi migrazioni a cui stiamo assistendo: da una parte ci sono interi popoli che cambiano continente e dall'altra piccole o grandi comunità non disposte a farli passare.

Abbiamo scelto inizialmente tre storie, tre vissuti che dovevano intrecciarsi in una sorta di piccolo girotondo: un Ultras, una Guardia e un Immigrato. Il lavoro in sala ci ha poi portato a ragionare sullo spazio, che doveva essere diviso tra un dentro e un fuori. Questo ci ha naturalmente spinto a condensare tutti gli elementi in una  dinamica a due e sono così esplosi i vari livelli attorno ai quali ci muoviamo sulla scena. Concentrando il tutto sul perno del “doppio”, abbiamo aperto a diverse chiavi di lettura. Si potrebbe parlare di un percorso psicanalitico, di uno metafisico, uno sociale ed uno meta-teatrale. In realtà sono solo spettri di luce attraverso i quali guardare lo svolgersi di una vicenda strana, l'incontro tra un uomo ed un altro individuo a lui complementare. Lo scambio di ruoli è ciclico, è veloce, è fatale. Sino al finale riconoscimento delle due parti.

 

 

Per informazioni e contatti
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